Antenna collineare per 1200 MHz
Da qualche mese, è apparsa sul mercato del surplus un’interessante antenna collineare Racal identificata come: Racal p/no 1649-100.
In varie fiere sono vendute ora come nautiche, ora come antenne per scanner. Questo mi fece supporre che nessuno dei venditori in realtà sapesse esattamente di cosa si trattava.
Così, recuperatene una, mi misi a cercare notizie in rete, senza successo alcuno. Molto probabilmente si tratta di un prodotto fuori catalogo, fatto “custom” per qualche cliente speciale.
L’aspetto è da antenna nautica, un bel “bastone” di vetroresina bianca, lungo circa 50 cm, perfettamente sigillato, con alla base lo zoccolo di montaggio a tetto e un connettore TNC.
Le prime prove fatte in casa, alle frequenze nautiche in VHF (150 – 160MHz), diedero esito negativo, non evidenziando alcuna risonanza ed una resa mediocre.
Qualche tempo dopo, con il prezioso aiuto di Giorgio IW3EDS, scoprii che il “bastone” era ben adattato da 820 a 880 MHz, la banda dedicata al vecchio servizio di telefonia mobile ETAC.
Forte della scoperta m’interrogai su come si sarebbe potuto convertire tale prodotto ad uso amatoriale.
Prima di tutto, iniziai a smontarla, coll’aiuto di una piccola mola da taglio, per capirne la struttura e il sistema di montaggio.
Una volta aperta, vidi che era costituita da una prima sezione d’adattamento coassiale in ottone argentato, seguita dalla parte radiante vera e propria realizzata con l‘interno di un cavo tipo RG11 opportunamente “schermato” con tubetto di rame per realizzare la linea di ritardo.
Vista la semplicità costruttiva, decisi di tentare di convertirla per la banda dei 1200 MHz.
Un po’ di conti a tavolino e via, di nuovo in officina per l’operazione…
Coll’aiuto di un seghetto e operando con somma attenzione per non danneggiare le parti limitrofe, ridimensionai sia la sezione d’adattamento quanto quella radiante alle lunghezze riportate qui sotto.
Rimontai la parte protettiva in vetroresina, sigillandola nuovamente con un poco di resina epossidica bicomponente.
Le nuove prove di laboratorio mi diedero ragione. L’antenna così accorciata funzionava egregiamente in tutta la banda 1200 MHz. Giocando un poco colle varie lunghezze delle parti radianti (entro qualche mm) si possono ottenere diverse soluzioni: da un sistema larga banda e 20 dB return loss ad uno a banda stretta di pochi MHz e oltre 30 dB di Return Loss.
Un piano di massa migliora l’adattamento, ma vista la frequenza in gioco può essere di dimensioni ridotte e già la staffa di fissaggio può soddisfare la bisogna.
Insomma un’antenna di ottima fattura ed affidabilità per tutti i gusti, e per tutte le applicazioni. Fra le più tipiche cito: ATV (magari in mobile o in emergenza), reti dati, ponti….
Buon lavoro a tutti…
Pierluigi IW4BLG/3