Giriamo le antenne
con un click…
L’estate scorsa decisi di montare un gruppo di antenne per traffico via satellite sul tetto di casa.
Ora, il sistema non è particolarmente complicato, ma il suo montaggio eseguito da solo, stando in piedi sul tetto presenta qualche difficoltà e limite di sicurezza. Una grande semplificazione del lavoro sarebbe venuta dalla possibilità di poter avere la struttura di supporto delle antenne orientata a piacere durante il montaggio delle varie parti del sistema in modo da averle sempre nella posizione più comoda e sicura, agendo sui rotori di azimuth ed elevazione che sostengono e orientano la struttura.
Sostanzialmente ci sono tre strade per ottenere questo risultato:
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portare la control box dei rotori in prossimità della zona di lavoro
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avere un “complice” che comandato a voce o via radio esegua i movimenti stando nello shack
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disporre di un telecomando della control box….
La prima soluzione è spesso complicata: occorre spostare cavi, allungarli, trovare un posto sicuro sul tetto o sul traliccio dove tenere la control box a portata di mano,etc…
La seconda ha due limiti principali: richiede una seconda persona disponibile a collaborare e comunque la precisione e la tempestività nei movimenti non è certo quella ottimale
Rimane la terza via.. semplice, precisa, molto comoda, ma da realizzare nel modo più semplice ed economico possibile….
Esplorando varie opportunità, una delle più convenienti mi è parsa venire dal mondo del “Tuning” automobilistico. In questo settore è oggi facile trovare dei comodi e completi radiocomandi multicanale a prezzi bassi e di facile riconversione ai nostri bisogni.
Ecco allora che ad una delle tante fiere dell’elettronica decido di acquistare per pochi Euro uno di questi “aggeggi” nella versione a 4 canali e di “piegarlo” ai miei bisogni. La trattazione che farò nelle pagine seguenti è relativa al modello che ho acquistato ma per quanto ho potuto vedere, è facilmente esportabile a molti prodotti equivalenti venduti sotto altri marchi e confezioni.
Si compone di due unità: una trasmittente, l’altra ricevente. Il Tx è molto compatto, dotato di una antennina stilo a tre sezioni, estraibile, un interruttore generale di accensione /spegnimento e di quattro pulsanti, uno per canale, disposti a croce: una perfetta ergonomia per il nostro uso di su/giù e destra/sinistra.
L’unità ricevente è una piccola scatola plastica nera con un connettore multipolare a dieci contatti sul fianco lungo ed un cavetto sottile che funge da antenna. La frequenza di funzionamento del sistema è nella banda assegnata ai radiocomandi 433 MHz.
Sul retro della confezione c’è uno schema esemplificativo delle connessioni suggerite.
Come visibile nella descrizione l’unità ha le seguenti caratteristiche:
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alimentazione a 12Vcc
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quattro uscite indipendenti, a relè con portata fino a 10A
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il telecomando funziona in logiga bistabile cioè “un colpo ON, un colpo OFF”, (latch mode)
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le uscite sono idonee ad alimentare direttamente un carico (sono degli “high side driver”), accese erogano il +12 dell’alimentazione
Di tutte queste specifiche, due sono in conflitto coi nostri bisogni:
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il funzionamento bistabile e non astabile (vogliamo che i rotori girino solo durante la pressione di un pulsante di comando)
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molti rotori (fra cui il mio KR5400), nel pilotaggio esterno necessitano di chiusure a massa, “low side driver” e non a +Vcc
Occorre dunque aprire il contenitore del ricevitore ed intervenire con pinza e saldatore.
La modifiche sono per fortuna tutte e due semplici: vediamo come.
Il ricevitore è basato su un datato circuito integrato prodotto dalla taiwanese Princeton Technology Corporation, marcato PT2272-M4: un dispositivo dedicato all’uso telecomando pluricanale. Per chi avesse nel proprio prodotto versioni diverse, nella tabella a fianco può trovare la chiave di lettura.
Uno schema tipico di impiego è riportato nel datasheet della casa:
Le modifiche
Fortunatamente la versione installata sul mio modello è quella con uscite monostabili (momentary type), come a noi occorre. Come mai allora l’intero telecomando ha uscite bistabili (latch type)?
Verosimilmente lo stampato del telecomando è una versione molto generica che si adatta a diversi modelli. Infatti, le quattro uscite del PT2272 entrano in due integrati di tipo CD4013, dei doppi flip-flop tipo D che di fatto convertono il modo di lavorare delle uscite. Anzi, a meglio guardare sospetto che in origine tutto il telecomando, radio+logica, fosse montato sullo stampato e poi nel corso dello sviluppo si sia spostata la parte ricevente sul moduletto SMD aggiuntivo visibile sulla destra. Il tutto pare illogico, ma prendo atto e mi adeguo, anche perché in fondo tutto va nella direzione di semplificarci il lavoro. Ecco allora che la modifica consiste nello spostare il punto di alimentazione delle resistenze di base (sullo stampato indicate come R21,22,23,24) dei quattro transistor che pilotano i relé dall’uscita all’entrata dei flip flop, cioè pilotate direttamente dalla decodifica.
Volendo si possono pure rimuovere i due integrati 4013, ora superflui. Io per pigrizia e per reversibilità del lavoro omisi di farlo. In foto la prima modifica eseguita:
Rimane ora da risolvere il problema dell’alimentazione comune all’uscita dei relè, il ché per fortuna è molto semplice.
Armati di uno strumento atto a tagliare le piste dello stampato (cutter, Dremel, etc.), si troncano i collegamenti fra i relè e la linea comune di alimentazione. Fatto questo, si collegano i pin ora isolati, alla massa. Fatto, finito!
Impiego pratico
Una volta terminate le modifiche, non rimane che cablare un opportuno cavetto di connessione col proprio rotore. Nel mio caso, avendo le antenne controllate da un’interfaccia PC di tipo EA4TX, ho legato i due moduli fra loro, mettendo in parallelo le uscite di comando verso la control box. Il piccolo trasmettitore è stato collegato ad un nastrino tipo portachiavi, che mi permette di averlo al collo durante il lavoro. Mani libere quindi, ma sempre comodo e rapidamente in mano quando serve!
L’uso è semplice ed immediato. La portata è buona, credo idonea a qualunque ragionevole situazione pratica.
Montare la struttura e le antenne con questo dispositivo è risultato molto, molto facile e sicuro. In ogni momento potevo avere le parti da assemblare sempre nella posizione più conveniente per lavorarci, stando nella posizione più comoda e sicura sul tetto, senza rischio alcuno. Finito il lavoro sulle antenne, verificavo durante una completa rotazione alzo-azimutale che tutto filasse liscio, in particolare sul giro dei cavi attorno ai rotori, stando li ad un metro e potendo osservare con attenzione e semplicità ogni momento della rotazione. Che altro?
Credo che il progetto per la sua utilità e al tempo stesso semplicità possa diventare buon compagno di quanti come me si dilettano a sperimentare e montare e smontare antenne, magari non sempre in posizioni “comode”…
Bibliografia:
http://www.datasheetcatalog.net/it/datasheets_pdf/C/D/4/0/CD4013.shtml