Disco-Sat

da discone a antenna per satelliti

Libera traduzione ed adattamento dell’articolo pubblicato sul n° 219 di Oscar News, periodico di Amsat-UK

Obiettivo di questo articolo è mostrare come sia possibile modificare e riutilizzare una vecchia antenna, rendendola conveniente per traffico via satelliti LEO (Low Earth Orbit) quale radiatore specializzato e omnidirezionale.

La base di partenza..


Illustrazione 1: Blocco centrale dell'antenna, supporto dei 8+8 elementi

Le antenne cosiddette discone, sono abbastanza popolari e sovente disponibili a basso prezzo, specialmente se acquistate di seconda mano. Spesso vengono dismesse in quanto etichettate come “sorde” e per questo, a maggior ragione, può diventare un affare il loro acquisto usate.

La diffusa convinzione che si tratti di antenne poco sensibili è un luogo comune consolidato ma non reale: quasi sempre vengono abbinate a ricevitori, scanner a larga banda con mediocri caratteristiche di selettività e dinamica. Il risultato finale può essere facilmente deludente, ma non per questo la colpa è (solo) dell’antenna!

Illustrazione 2: Disegno del “nocciolo” della discone, con le quote più importanti in evidedenza

Le antenne discone sono pensate per essere soluzioni compatte a larga banda, di diretta derivazione dalle biconiche, molto note nei laboratori di compatibilità elettromagnetica.

La larga banda di frequenze che possono coprire è un plus quando accopiate a riceviti di misura o comunque di elevata qualità.

La grande quantità di segnali che questa antenna può captare e veicolare all’ingresso del ricevitore può portare facilmente a problemi di dinamica, intermodulazione e saturazione dei primi stadi riceventi che di frequente si manifestano come un apparente aumento del livello di rumore di fondo (e sensazione di apparato “sordo”) o come segnali “fantasma”.

Per passare dalla teoria ai fatti vediamo come è fatta e come funziona una generica antenna discone recuperata per pochi euro al solito mercatino.

Il supporto centrale che sorregge I vari elementi e ospita il connettore coassiale è illustrato nel disegno n1°.

Gli 8+8 elementi sono lunghi rispettivamente 273 e 820mm, hanno un diametro di 4m e quelli inferiori hanno una inclinazione di circa 60°.

Per eseguire alcuni test significativi, ho installato l’antenna in spazio libero su un palo a circa 3m da terra. Per misurare l’adattamento d’impedenza, ho usato il miniVNAtiny® che copra da 1MHz fino a 3GHz con una precisione accettabile per queste indagini, posto che tutto il setup sia correttamente calibrato.

Analizzando il campo di frequenze da 50MHz ad 1GHz otteniamo la curva sottostante:

Illustrazione 3: Return loss della discone antenna da 50 a 1000MHz

L’antenna è usabile, almeno in ricezione, da 100MHz fino a svariate centinaia di MHz, con varie “sotto bande” di buon adattamento. Questo comporta che segnali da broadcasting FM, 3rd e 4th banda TV, VHF DAB e vari altri servizi hanno ottima chances di presentarsi con tutta la loro ampiezza all’ingresso del ricevitore. Peraltro, se scelta come antenna trasmittente, l’adattamento è spesso scadente e non adeguato ai requisiti delle moderne radio. Questa in estrema sintesi quindi la situazione: se volete fare del radio monitoring probabilmente è l’antenna giusta, ma se invece volete divertirvi sulle bande radioamatoriali, probabilmente non è la scelta migliore.

L’idea

Fortunatamente, con modifiche molto limitate e a costo nullo, è possible modificare questa antenna per renderla più adatta ad un uso radioamatoriale e in particolare per chi usa, magari via satellite, le bande dei 2m e 70cm.

Tutte le modifiche consistono nel tagliare gli elementi a nuove misure, come segue:

  • anello superiore

4 pezzi da 154 mm

4 pezzi da 225 mm

  • anello inferiore

4 pezzi da 242 mm

4 pezzi da 673 mm


Illustrazione 4: L'antenna modificata, pronta per le prime prove

E’ importante notare come il diametro degli elementi e l’ingombro del supporto centrale giocano un ruolo importante nel nuovo dimensionamento, pertanto le quote indicate sono una base di partenza e non necessariamente le misure “perfette” per ogni altra situazione.

Se non siete sicuri e volete sperimentare senza tagliare gli elementi originali, un modo pratico è sostituirli con delle barre filettate. Questo permette molte sperimentazioni a basso costo, prima di congelare la configurazione definitiva da riportare col taglio degli elementi originali.

Le misure prima indicate sono state definite con l’aito del programma Mmana creato da  ​​​​ JE3HHT, DL1PBD, DL2KQ. Per coloro che volessero ripartire dalle mie simulazioni per sviluppi ulteriori sarò ben felice di condividere I miei files: scrivetemi!

Illustrazione 5: Pattern simulato dell’antenna @ 145,8MHz

Illustrazione 6: Pattern simulato dell’antenna @ 435MHz

Il pattern simulato sul piano orizzontale nelle due bande è generalmente buono e veramente omnidirezionale, aspetto ottimo per non avere “buchi di copertura”.

Sul piano verticale vi sono vari lobi e sarebbe lecito attendersi o desiderare risultati migliori. Prima di preoccuparsi però consideriamo I seguenti aspetti:

  • Nella simulazione ho usato alcune semplificazioni delle geometrie

  • l’antenna è simulata come se fosse a soli 3m da terra (realistico in field day, ma peggiorativo rispetto ad una comune installazione sul tetto)

  • l’antenna è molto semplice ed economica

  • La perdita di guadagno oltre i 60-70° di elevazione non è di fatto un vero problema per il traffico via satellite: a quell’elevazione il satellite sarà quasi sopra di noi, quindi vicino e questo compenserà la perdita di guadagno.

Quindi “no panic” e procediamo nella modifica, tagliando gli elementi.

Una volta preparati i nuovi elementi, gli stessi vanno avvitati sul supporto centrale avendo l’accortezza di appaiare lunghi coi lunghi e corti coi corti nei due anelli.

Vediamo ora la nuova misura di adattamento

Illustrazione 7: Curva di return loss con il nuovo set di elementi installati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Illustrazione 8: Zoom in banda 2m band della curva di adattamento

Illustrazione 9: Zoom in banda 70cm della curva di adattamento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beh, bene! I risultato sono molto positivi e finalmente l’antenna è ben usabile sia in ricezione sia in trasmissione nell due bande di frequenza desiderate. Il generale peggioramento dell’adattamento al di fuori delle bande in uso offre una certa sorta di miglior protezione all’ingresso di segnali indesiderati nel ricevitore.


Illustrazione 10: Field test of the antenna next to my car

Le prove sul campo

Per completare il lavoro, ho fatto un po’ di pratica durante le ferie in montagna. I risultati sono stati ben incoraggianti e non lontano da quanto istintivamente mi aspettassi. Le comunicazioni via satellite sono state facili e con buoni segnali, nochè affette da un QSB limitato e comunque inferiore a quello che registravo ascoltando con l’antenna bibanda sulla vettura.

Più in generale, ho trovato questa soluzione molto comoda, facile da usare e trasportare e “buona per mille occasioni”.

Conclusioni

Spero che questo piccolo lavoro possa essere d’aiuto e stimolo a sperimentare. Il suo costo è veramente molto contenuto, specie se si riesce a recuperare la discone a prezzo ​​ di realizzo sul mercato dell’usato. L’antenan ben si presta sia per operazioni sul campo sia per installazioni fisse. La robustezza è assicurata! Buone prove a tutti.

By iw4blg

Pierluigi Poggi since his childhood has been attracted from technical stuffs and gears, being a very curious guy. He built his first Xtal radio when he was just 9. Today, we would call him “maker”. When he turned to 21 became radio amateur, with call sign iw4blg. Since then, he developed many radio gears and felt in love with space communication, becoming an EMErs and a satellite enthusiast. His great passion led him to experiment a lot on the higher bands, up to pioneering several THz (lightwaves) QSOs on the early ’90. Beside to this passion to the radio communication and modern technologies, he like to study, experiment, understand-why, then, write and share, or better, spread the knowledge. This fact led him to became a well renowned contributor of electronics magazines with more than 95 articles published and author of 14 science books.

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