Ricaricare una cella litio RKE02.2016
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Illustrazione 1: Il circuito completo di ricarica per cella al litio comparato con una moneta da un Eurocent
Semplice caricabatteria per 1 cella litio
Illustrazione 1: Il circuito completo di ricarica per cella al litio comparato con una moneta da un Eurocent
La crescente disponibilità di elettroniche alimentate a 3,3V assieme agli sviluppi della tecnologia del litio nelle batterie ha reso sempre più interessante lo sviluppo di specifiche soluzioni di ricarica.
In particolare oggi vedremo una applicazione per la ricarica ottimale di una generica singola cella al litio da 3,7V.
Prima di addentrarci nella soluzione pratica, vediamo un poco alcune informazioni generali su questi accumulatori:
ogni singolo elemento genera una tensione nominale di 3,7 Volt, valore da confrontare coi 1,2 Volt delle NiCd o NimH o i 2 Volt di quelli al piombo. Quindi meno elementi in serie a pari tensione totale
elevata densità di potenza (molta energia accumulata in poco spazio e poco peso)
effetto memoria assente (si possono ricaricare partendo da un qualsivoglia livello di scarica)
soffrono le situazioni di sovraccarica (non consigliate quindi in apparecchiature di emergenza o in tampone ove è ancora oggi meglio impiegare soluzioni al piombo o NiMh)
ridotta autoscarica, quindi una volta caricate non serve la cosiddetta “carica di mantenimento”
la resistenza interna e' molto bassa, quindi il processo di ricarica è molto efficiente e dissipa poca energia. Attenzione però al rovescio della medaglia: se cortocircuitate possono dare luogo a correnti elevatissime con rischi per la sicurezza delle cose e delle persone
a differenza delle batterie al nichel-cadmio, andrebbero caricate spesso e mai scaricate completamente (0%) e nemmeno conservate scariche.
La ricarica
Una ricarica ideale richiede la conoscenza esatta della tecnologia chimica impiegata nella costruzione della batteria.
In mancanza di queste complesse informazioni è però possibile ottenere risultati buoni e in sicurezza tramite una combinazione di carica a corrente costante (iniziale) seguita da una fase a tensione costante (fine carica). In tutte le fasi la tensione ai capi dell'elemento non supererà mai i 4,2 Volt (circa).
Superare questa soglia produce una riduzione della vita utile della batteria, cioè del numero dei cicli di carica/scarica che può affrontare prima di perdere significativamente capacità, ovvero guastarsi totalmente.
Superare poi i 4,3 Volt provoca l'innesco di processi chimici dannosi e pericolosi. In questo caso assistiamo ad un aumento della temperatura e della pressione interna che possono portare anche ad incidenti seri.
La procedura di carica